lunedì 18 marzo 2013

21 marzo è la Giornata Mondiale contro il razzismo

Davide Casadio, presidente Federazione Rom e Sinti Insieme  -  Il 21 marzo è la Giornata Mondiale contro il razzismo e sono molteplici le iniziative svolte in tutta l'Italia e tutta l'Europa. La giornata è istituita in ricordo della strage di Sharpeville in Sud Africa, dove il 21 marzo 1960 la polizia sparò sui manifestanti uccidendo 69 cittadini neri in protesta contro il regime dell’apartheid.


L'Italia e l'Europa sono scosse da continue violenze di matrice razzista, l'ultima in ordine di tempo a Tolosa in Francia, ma pochi sono ancora gli strumenti per contrastare l'humus diffuso, dove crescono pregiudizi, stereotipi e xenofobia che portano poi a gesti eclatanti che tutti condannano.
Non basta! Per dire no al razzismo è necessario che ogni persona si interroghi e si chieda, almeno in questa giornata, cosa possa fare per abbattere pregiudizi e stereotipi che colpiscono tantissime persone in Europa ed è indubbio che le più colpite da forme di razzismo e discriminazione sono oggi in Europa le persone appartenenti alle minoranze Sinti e Rom.
Uccisioni, pogrom e violenze di ogni tipo germogliano in Europa come un cancro per cui purtroppo non è stata inventata una cura efficace. Per questo è indispensabile fermarsi questo giorno e riflettere. Sono importanti le manifestazioni, i concerti, le iniziative culturali per sensibilizzare i giovani su questo tema ma sono altrettanto importanti strumenti efficaci di contrasto al razzismo. Naturalmente occorre continuare a lottare contro ogni forma di discriminazione razziale, come sempre a disposizione dei privati e delle autorità con la propria esperienza e con i propri consigli, per il rispetto della diversità. Le autorità italiane dovrebbero intervenire affinché venissero prese tutte le misure necessarie per proteggere la comunità dei Sinte e Rom da intimidazioni e attacchi violenti. Molti Paesi hanno espresso preoccupazione riguardo il razzismo e la xenofobia in Italia. Rom e Sinti continuano a sopportare un alto livello di discriminazione e povertà da parte di chi non attua la tutela dei diritti umani e di amministrazioni di varie province d'Italia, che vengono guidate da azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista.
La legge Mancino, dal nome dell'allora ministro dell'interno che ne fu proponente, condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia nazifascista e aventi per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici religiosi o nazionali. Il dispositivo all'art.1 prevede: la reclusione fino a un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro per chi propaga idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; la reclusione da sei mesi a quattro anni per chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Chi partecipa a tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto della partecipazione o dell'assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da uno a sei anni.
IL Consiglio d'Europa aveva condannato l'Italia per aver discriminato i Rom e Sinti nel diritto all'abitazione e oggi ricordando che anche sinti e rom sono stati colpiti dovrebbe essere attuata la strategia nazionale. Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella Costituzione italiana e nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, senza distinzione alcuna di nazionalità, colore della pelle, lingua, religione, opinione politica, origine, condizioni economiche e sociali, nascita o altro.
ROM E SINTI: VERSO UNA STRATEGIA NAZIONALE DI INCLUSIONE SOCIALE
Il ruolo degli Enti Locali nei confronti dei Rom e Sinti
1. politiche costruttive, pragmatiche e non discriminatorie;
2. un approccio mirato, esplicito ma non esclusivo;
3. un approccio interculturale;
4. una prospettiva finalizzata al Mainstreaming;
5. la consapevolezza della dimensione di genere;
6. la divulgazione di politiche basate su dati comprovati;
7. l‟uso di strumenti comunitari;
8. il coinvolgimento degli enti regionali e locali;
9. il coinvolgimento della società civile;
10. la partecipazione attiva dei Rom e Sinti.
www.pariopportunita.gov.it
  UNAR.Comunicati. 
www.vicenzapiu.com

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