domenica 10 aprile 2016

Casadio (Federazione Rom e Sinti) «Provocano disagio sociale»



Lega e tosiani cancellano la legge
sui rom. «Provocano disagio sociale»

Casadio (Federazione Rom e Sinti): «Un popolo non può pagare per gli sbagli dei singoli. Abbiamo chiesto invano a Zaia di essere coinvolti. Così negano i nostri diritti»

LA VICENDA
Lega e tosiani cancellano la legge
sui rom. «Provocano disagio sociale»
 
 
Parità di diritti della minoranza in Veneto
 
Casadio (Federazione Rom e Sinti): «Un popolo non può pagare per gli sbagli dei singoli.
 
Abbiamo chiesto invano a Zaia di essere coinvolti. Così negano i nostri diritti»
VENEZIA A volte può bastare una riga e mezza: «La legge regionale 22 dicembre 1989, n. 54, recante norme per interventi a tutela della cultura dei Rom e dei Sinti è abrogata». Punto. Il pdl più stringato nella storia del Veneto è stato approvato dalla terza commissione del consiglio regionale, promettendo con i voti favorevoli del centrodestra (contrario il centrosinistra ed astenuti i pentastellati) di diventare presto norma a tutti gli effetti e di chiudere così l’epoca dei campi nomadi. Il testo che sarà cancellato dall’asse fra Lega Nord, Zaia Presidente e Lista Tosi partiva da un principio netto, sancito oltre un quarto di secolo fa: «La Regione del Veneto intende tutelare con forme apposite di intervento la cultura dei Rom e dei Sinti, ivi compreso il diritto al nomadismo e alla sosta all’interno del territorio regionale ». Così nell’arco di una dozzina d’anni, compreso fra il 1992 e il 2005, Palazzo Balbi aveva sborsato 1.267.366,52, sotto forma di contributi a Comuni, loro Consorzi e Comunità Montane per la realizzazione e la gestione di campi appositamente attrezzati, dunque con servizi igienici, prese idriche ed impianti per l’allacciamento all’energia elettrica.

«Da un decennio quella legge non è più stata rifinanziata - premette il capogruppo leghista Nicola Finco, primo firmatario del provvedimento - ma non possiamo correre il rischio che un giorno qualcuno decida di ricominciare a tirare fuori soldi per questa gente, che ha dimostrato di non voler partecipare affatto ai programmi di integrazione. Se intendono chiedere un alloggio popolare o un sussidio pubblico, anche Rom e Sinti dovranno mettersi in coda. Soprattutto dopo il caso Stacchio, vogliamo dare un segnale politico forte: nessuna corsia preferenziale per genti e popoli che rappresentano una costante fonte di disagio e di turbamento sociale». Considerazioni che il vicentino Davide Casadio, presidente della federazione «Rom e Sinti Insieme», non può accettare: «Per una persona che sbaglia, non deve pagare un intero popolo, altrimenti compiamo una discriminazione. Anche noi pensiamo che vada superata la logica dei campi, ma attraverso progetti che recepiscono la strategia nazionale su abitazione, istruzione, lavoro e salute come ha fatto ad esempio l’Emilia Romagna, non con la sola cancellazione di una legge. Ancora un mese fa avevamo chiesto al governatore Luca Zaia di essere coinvolti nella discussione, senza demagogia e con rigore, ma non abbiamo mai ricevuto risposta. In questo modo negano i nostri diritti».

Nei prossimi giorni il Partito Democratico presenterà una propria proposta. «Questa abrogazione - afferma Graziano Azzalin - determinerà un vuoto normativo che va colmato con una nuova legge, capace di affrontare i problemi senza chiudere gli occhi come invece fanno i leghisti». Ma secondo i tosiani non sussistono i margini per un’ulteriore disciplina regionale: «Il nomadismo aveva senso duemila anni fa, oggi sarebbe sufficiente far rispettare le regole nazionali sul diritto all’istruzione dei minori», chiude il capogruppo Stefano Casali.

(modifica il 25 febbraio 2016)

corrieredelveneto.corriere.it

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